Modern Origami

Scritto da Pietro Vitelli il 24 Ottobre 2019
Il "Pangolino" di Eric Joisel

E' da un po' di tempo che ho ripreso un mio vecchio interesse, vale a dire l'arte di piegare la carta, meglio nota come "Origami".
Nello specifico ho ricominciato quando, per caso (o forse no), mi imbattei nei lavori di vari artisti, come Robert J. Lang, Tomoko Fuse, Ilan Garibi e altri.
Era chiaro che mi ero perso qualche "passaggio", ed era il caso di recuperare.
Vediamo di cosa si tratta.

Le origini

Il nuovo corso dell'origami, o Origami 2.0 come mi piace chiamarlo, si sviluppa gradualmente a partire dagli anni 30' del secolo scorso, grazie al lavoro del giapponese Akira Yoshizawa, il padre dell'origami moderno.
Yoshizawa introdusse tecniche innovative sia nel design che nella realizzazione delle sue opere, molte delle quali vengono utilizzate ancora oggi.
Ad esempio, fu il primo a creare animali a quattro zampe 1 ed a dare tridimensionalità alle sue creazioni.
Inventò la tecnica del wet-folding (vedi paragrafo dedicato), oggi adoperata in molte forme e varianti da tutti gli origamisti esperti.
Non ultimo, si deve a lui l'introduzione di buona parte della notazione simbolica utilizzata oggi per la descrizione delle pieghe di un modello origami, conosciuta come sistema Yoshizawa-Randlett.
A partire dagli anni 50' i lavori di Yoshizawa cominciarono ad essere conosciuti anche al di fuori del Giappone, e così altri artisti cominciarono ad interessarsi a questa nuova concezione più espressionista dell'origami; nella fattispecie ricordiamo il britannico Robert Harbin, ma soprattutto Neal Elias, primo ad usare e rendere popolare la tecnica del box-pleating, molto nota ed attuale oggi, tra le tecniche origami.

Tipologie

Il sempre maggiore sviluppo dell'origami moderno, a partire dagli anni 60' per arrivare fino ai giorni nostri, ha permesso la nascita e affermazione di differenti tipologie di origami, ognuna con caratteristiche specifiche, e con tanto di followers ed artisti in essa specializzati.

Origami modulari

Un esempio di origami modulare

L'origami modulare è un origami formato da più "moduli" (o "unità"), incastrati tra loro a formare il modello finale.
Ogni modulo è a sua volta un origami, realizzato quindi a partire da un singolo pezzo di carta, senza tagli né incollature.
Storicamente, prime evidenze di origami modulari si trovano già nel 1700, ma è negli anni 60' che questo settore è stato reinventato, in particolare con Robert Neale negli Stati Uniti, e successivamente con Mitsonobu Sonobe in Giappone.

All'interno di questa tipologia di origami, possiamo individuare due sottocategorie ben specifiche, ossia le Kusudama e i polipoliedri.

Un esempio di Kusudama
(cliccare per l'immagine originale)

I Kusudama sono modelli di carta composti da diversi moduli identici, in modo da formare una forma sferica.
Sono originari dell'antica cultura giapponese, dove venivano utilizzati insieme ad incenso come talismani.
Molti origamisti moderni si sono specializzati nella loro creazione; in particolare degni di nota sono, tra gli altri, i lavori di Tomoko Fuse, Ekaterina Lukasheva, Natalia Romanenko e Meenakshi Mukerji.





Un esempio di polipoliedro
(cliccare per l'immagine originale)

I polipoliedri 2 invece, sono figure geometriche composte da più poliedri uguali, aventi il centro in comune, interlacciati tra di loro.
I poliedri in questo caso, vanno intesi senza la loro parte interna, ossia solo tramite i relativi bordi.
Informazioni aggiuntive di tipo matematico e geometrico, si trovano sulla pagina dedicata del sito personale di Robert J. Lang.

L'artista che maggiormente si è occupato di queste particolari composizioni di poliedri è sicuramente lo statunitense Byriah Loper, autore di creazioni complesse, intricate ed allo stesso tempo molto suggestive.

Tassellazioni

Le tassellazioni consistono sostanzialmente in dei pattern (piccole parti dell'origami finale) che vengono ripetuti nello spazio, a formare figure geometriche e/o astratte molto suggestive.
Sono realizzate semre partendo da un unico foglio di carta di varia forma o dimensione.
E' un'area dell'origami che è definitivamente esplosa solo in tempi molto recenti, a partire dal 2000 in poi.

Sono veramente molti gli artisti di spicco in questa tipologia di origami: Ilan Garibi, Eric Gjerde, Robert J. Lang, Michał Kosmulski e Alessandro Beber solo per citarne alcuni.

Due esempi di tassellazioni (cliccare per le immagini originali)

Corrugazioni

Un esempio di corrugazione
(cliccare per l'immagine originale)

Le corrugazioni sono un particolare tipo di tassellazione, in cui le pieghe non vengono eseguite per intero, ma lasciate in posizione intermedia, in modo tale che tutta la superficie del foglio di carta risulti visibile, anche a creazione ultimata.
Cio' da luogo a creazioni astratte e geometriche di assoluto rilievo.

Tra gli artisti esperti in questo tipo di tassellazione troviamo Ray Schamp, Goran Konjevod e Polly Verity.

Action origami

La famosa tassellazione miura-ori in azione

Un action origami, e un origami che può essere animato attraverso il movimento di alcune delle sue parti.
Famosi esempi di origami d'azione sono i tradizionali "fortune teller", "jumping frog" e "flapping bird".
Altri due modelli molto popolari sono "Fireworks" di Yami Yamauchi, e la "Magic ball" di Yuri Shumakov.
Lo scopo principale di questo tipo di origami è quello di divertire e intrattenere, ma rientrano in quest'area anche modelli matematici come la miura-ori, così come creazioni complesse, come il "bassista, pianista e violinista" di Robert J. Lang, dove ogni musicista puo' suonare il suo strumento se opportunamente azionato.

Uno degli artisti più creativi e prolifici in questo tipo di origami è sicuramente Jeremy Shafer.
Tra i suoi origami d'azione più sorprendenti ricordiamo il "jumping cricket" e la "flapping butterfly".

Snapology (Knotology)

Oggetti costruiti con tecnica "Snapology"
(cliccare per l'immagine originale)

Si tratta di una vera e propria tecnica, consistente nell'utilizzare striscie di carta opportunamente piegate ed intrecciate tra di loro, per formare oggetti geometrici in 3 dimensioni, di forma arrotondata, ma non solo.
Inventore di questa tecnica, inizialmente chiamata Knotology, è il tedesco Heinz Strobl.
Qui si trovano un po' di foto dei suoi lavori.



Tecniche

Di seguito vengono descritte le principali tecniche non convenzionali che, possiamo dire, sono ormai parte integrante dell'origami moderno.

Wet folding

Un esempio di "Dragone Ryujin 3.5"
(cliccare per l'immagine originale)

Il wet-folding è una tecnica origami sviluppata dal maestro origamista Akira Yoshizawa nei primi anni 30', consistente nell'utilizzare acqua (spesso mischiata a sostanze collanti, come la metilcellulosa) per inumidire la carta in modo da poter essere manipolata e modellata con più accuratezza.
Questa tecnica viene molto utilizzata negli origami attuali, soprattutto nella rappresentazione di animali e/o figure umane. Il processo di piegatura con acqua, infatti, permette di dare una forma ben precisa al modello finale, e che resiste nel tempo.

Uno degli artisti che più ha impressionato nell'utilizzo di questa tecnica è Eric Joisel, creatore di animali, figure umane, figure mitologiche e maschere, di straordinaria accuratezza ed espressività.
Ma moltissimi altri artisti sono esperti nell'utilizzo di tale tecnica: tra questi il già citato Robert J. Lang, John Montroll, Shuki Kato e Satoshi Kamiya, quest'ultimo autore di alcuni tra gli origami più complessi mai creati come, ad esempio, il "dragone Ryu Jin" (vedi figura sopra).

Crumpling

Funghi realizzati con il "Crumpling"
(cliccare per l'immagine originale)

La tecnica del "Crumpling" (letteralmente "stropicciamento"), consiste nell'accartocciare e riaprire più volte un foglio di carta, e nel contempo effettuare delle specifiche modellazioni con lo scopo di ottenere figure e oggetti "organici" e/o che hanno un aspetto "naturale".
Ad esempio questa tecnica risulta particolarmentte efficiente nella realizzazione di varie specie di funghi.
Chiaramente per la sua applicazione c'è bisogno di un tipo di carta più sottile e modellabile di quella comunemente utilizzata per gli origami.

La tecnica è stata proposta per la prima volta da Paul Jackson, noto origamista inglese.
In seguito il francese Vincent Floderer ha imparato la tecnica e l'ha sviluppata enormemente, portandola ad un livello superiore.

Curve folding

Calabash di Philip Chapman-Bell
(cliccare per l'immagine originale)

Primi esempi di piegatura curva della carta si riscontrano già nella nota scuola di architettura tedesca del Bauhaus intorno agli anni 20'.
In tempi più recenti, il "Curve folding" è stato ripreso da molti artisti, ma anche e soprattutto in ambienti accademici da professori, ricercatori e studenti.

Molto innovativi ed avanzati in tal senso, sono i lavori del giapponese Jun Mitani, professore di Ingegneria Informatica presso l'università di Tsukuba, in Giappone.
MItani ha progettato vari software, distribuiti con licenza libera, molto noti ed utilizzati nell'ambiente origamistico moderno; in particolare, con riferimento al "curve folding" ha messo a disposizione della comunità ORI-REVO ed ORI-REF, due software di design che permettono, rispettivamente, di progettare origami 3D basati sulle superfici di rivoluzione, ed origami curvi basati sulla reflection.

Tra i molti altri artisti che si sono occupati di "Curve folding" citiamo David Huffman (ricordato pero' sicuramente più per i codici informatici che portano il suo nome!) e Ron Resch.
Degne di nota inoltre sono, in tempi attuali, le tassellazioni con pieghe curve di Ekaterina Lukasheva, e gli oggetti bombati e ricurvi di Philip Chapman-Bell.

Conclusioni

Bene in quest'articolo ho provato a riassumere i tratti principali dell'origami moderno.
Questa descrizione a tutto tondo era doverosa per introdurre l'argomento, in modo da permettermi, nei prossimi articoli su questo tema, di passare direttamente agli aspetti matematici di cui l'origami è intriso, sicuramente molteplici e molto stimolanti.

Riferimenti bibliografici


  1. David Lister, The Art of Akira Yoshizawa - British Origami Society, 2000.  

  2. Il termine in lingua inglese è Polypolyhedra ed è stato coniato da Robert J. Lang. In geometria vengono definiti come Polyhedrals compound.  

comments powered by Disqus